Comitato nazionale italiano AIHV
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Rendiamo disponibili alcune Bibliografie che potranno essere di utilità per studiosi e appassionati
I files vengono aggiornati periodicamente, la responsabilità di errori e omissioni è esclusivamente dei redattori.
Bibliografia sul vetro archeologico italiano.
Verres de l’Antiquité gréco-romaine. Chronique bibliographique a cura di Marie-Dominique Nenna
Bibliography of glass, volume pubblicato da Willy Van Den Bossche nel 2012, con aggiornamenti 2019.
Le immagini qui raccolte vengono presentate sui canali social del Comitato Nazionale Italiano AIHV e costituiscono un ricco repertorio di oggetti legati alla lavorazione del vetro e opere d’arte che raffigurano vetri. Un fondamentale strumento iconografico per tutti gli studiosi e gli appassionati della storia del vetro. Alcune immagini sono anche associate ad un piccolo quiz: la domanda viene pubblicata il martedì mattina con risposta esatta nel pomeriggio, per verificare le conoscenze e l’abilità dei nostri followers!
- Le parole del vetraio
- Vetro in opera
Piazza
Con il termine “piazza”, si intende un gruppo di lavoratori che esercitano le proprie mansioni intorno ad una fornace: si tratta del maestro vetraio, dei garzoni e degli apprendisti.
Il “maestro” è l’artigiano più esperto della “piazza”; da lui dipende l’organizzazione del lavoro e il funzionamento della fornace. Il maestro è in capo ai garzoni (talora noti a Murano come “garzonetti”), ossia figure che devono svolgere mansioni meno complesse.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 170, p. 246, p. 304. Foto: Historic England 2018, Archaeological Evidence for Glassworking: Guidelines for Recovering, Analysing and Interpreting Evidence. Swindon. Historic England.
The term “piazza” refers to a group of workers who carry out their duties around a furnace: they are the master glassmaker (“maestro”), the servants and the apprentices.
The “maestro” is the most skilled craftsman in the “piazza”; both the organization of work and the functioning of the furnace depend on him. The master directs the apprentices (sometimes known in Murano as “garzonetti”), that is people performing less complex tasks.
Canna del vetraio
L’oggetto che vedremo oggi è uno degli strumenti principali del vetraio: si tratta della canna, una sorta di asta metallica, che può essere piena o forata.
L’asta piena viene adoperata per alcune particolari operazioni (ad esempio per fare il cosiddetto “pontello”, che verrà approfondito prossimamente), mentre l’asta forata viene utilizzata per il soffiare il vetro. In quest’ultimo tipo di canna, l’estremità con la quale si raccoglie il vetro è detta “morso”, quella in cui soffia il vetraio è detta “bocchino”. Al momento della lavorazione, essa viene appoggiata sul piano della fornace per essere riscaldata. Si tratta di un’operazione utile per prelevare il vetro fuso: senza questo passaggio, infatti, la massa vetrosa incandescente non si attaccherebbe al metallo.
Riferimenti: Bormioli G., Appunti di storia e di tecnologia del vetro di Altare, Altare 1986. Foto: Malandra G., I vetrai di Altare, Savona 1983, p. 166
The object we are going to see is one of the main tools of the glassmaker: it is the “cane”, a sort of metal rod, which can be solid or perforated. The first one is used for some particular operations (for example for making the so-called “pontello”, which will be explored in the future), while the perforated rod is used for blowing glass. In this last type of cane, the part useful to collect glass is called “morso”, the one where the glassmaker blows is called “bocchino”. At the time of processing, the cane is placed on the furnace plane in order to heat the rod itself. It is a useful step in order to take molten glass. Without this step, infact, the molten glass mass would not stick to the metal.
“Maioz” o “Magiosso”
Lo strumento che presentiamo oggi viene chiamato in modo diverso a seconda del polo di produzione vetraria di riferimento: si tratta del “Maioz” (nome altarese) o del “Magiosso” (termine muranese).
Il “Maioz” o “Magiosso” è un oggetto di legno munito di manico, all’estremità del quale è presente una cavità ovale; così lavorato, lo strumento assume una forma somigliante a quella di un mestolo. Esso serve per modellare e dare un primo abbozzo alla “levata” (questo termine verrà approfondito prossimamente) e può essere di varie dimensioni in base alla quantità di vetro che si intende lavorare. Per evitare che il vetro si attacchi allo strumento e affinché il Maioz o Magiosso duri a lungo nel tempo, questo strumento viene sempre tenuto immerso nell’acqua. Generalmente, durante la lavorazione, il vetraio tiene accanto a sé un secchio d’acqua anche per questo utilizzo. Questo strumento ha poi trasferito il suo nome anche all’azione: così sono nati termini come “maiozé” e “magiossar”.
Riferimenti: – Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 246; – Bormioli G., Appunti di storia e di tecnologia del vetro di Altare, Altare 1986. Foto: Schmid E.T., Advanced Glassworking Techniques, Bellingham, 1997, p. 137.
The instrument we are going to see is called differently according to glass production pole: it is the “Maioz” (Altarese name) or the “Magiosso” (Muranese term).
The “Maioz” or “Magiosso” is a wooden object with a handle ending with an oval cavity; the instrument carved in this way assumes a shape similar to a ladle.
This tool is used to model and give a first draft to the “levata” (this term will be further developed) and it can be of various sizes depending on the amount of glass. To prevent glass from sticking to the instrument and in order to make the tool last for a long time, this instrument needs to be immersed in water. Generally, during processing, the glassmaker keeps a bucket of water next to him also for this use. This tool then transferred its name to action (“maiozé” and “magiossar”).
Anzipetto
Un importante strumento utilizzato dai vetrai, citato con poca frequenza, è noto con il termine muranese di “anzipetto”. Esso consiste in una tavola di legno rivestita da una lastra metallica utilizzata dal vetraio per proteggersi dal forte calore emanato dal forno. L’anzipetto, infatti, trova generalmente la sua collocazione sulla sinistra della bocca del forno. All’anzipetto può essere fissato il cosiddetto “anzinello”, ossia un robusto gancio di ferro, in grado di reggere il peso della canna del vetraio e del vetro attaccato ad una delle sue estremità.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 20.
Foto: Malandra G., I vetrai di Altare, Savona 1983.
An important tool used by glassmakers, infrequently mentioned, is known as “anzipetto” (Muranese term). It consists on a wooden board covered with a metallic plate used by the glassmaker to protect himself from the strong heat coming from the furnace. In fact, it generally finds its location on the left of the furnace mouth. The so-called “anzinello” (which is a sturdy iron hook, capable of supporting the weight of the glassmaker’s cane and glass attached to one of its ends) can be attached to the “anzipetto” .
Scagno e Bardelle
Viene definito “scagno” il banco usato dal vetraio mentre lavora l’oggetto. Esso è dotato di ampi braccioli, alti e paralleli, in legno e metallo, detti “bardelle”, sui quali il vetraio appoggia la canna con il vetro attaccato. Seduto sullo scagno, con la gamba adesa alla bardella destra, il vetraio fa ruotare continuamente con la mano sinistra la canna (in modo che la massa vitrea conservi la sua forma simmetrica) mentre con la mano destra egli lavora il vetro, ricorrendo a vari strumenti.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 36 e p. 360. Foto: Malandra G., I vetrai di Altare, Savona 1983.
The bench used by the glassmaker while shaping the object is defined “scagno”. It is equipped with large, high and parallel armrests, made of wood and metal, called “bardelle”. On these “bardelle” the glassmaker places the cane with glass attached.
Seated on the scagno, with his leg attached to the right bardella, the glassmaker continuously rotates the barrel with his left hand (so that the glass mass retains its symmetrical shape) while working glass with his right hand, using various tools.
“Rocca” o “Ruca”
La “Rocca” o “Ruca” è una particolare asta di ferro avente ad un’estremità un involucro (detto in gergo altarese anche “Cartòc”), oppure molle a ganascia.
Il “Cartoc” serve al vetraio per sorreggere e tenere in sicurezza l’oggetto in lavorazione una volta che questo è stato staccato dalla canna di soffiatura. Viene usata in particolare per sostenere l’oggetto a cui il vetraio deve modellare la bocca.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 341.
Foto: Malandra G., I vetrai di Altare, Savona 1983.
The “Rocca” or “Ruca” is a particular iron rod having a casing at one end (called “Cartòc” in Altare) or jaw springs. The “Cartoc” is used by the glassmaker to support and keep the object being processed safely once it has been detached from the blowing cane. The glassmaker uses it in particular to support objects waiting for a shaped mouth.
Levata
Il termine “levata” descrive l’operazione di prelievo del vetro fuso dal crogiolo tramite la canna, operazione che può essere ripetuta più volte secondo necessità. Al termine si lega il verbo “levare”.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 238.
Foto: Si ringrazia Giulia Musso per la fotografia.
The term “levata” describes the repeatible operation of collecting molten glass from the crucible through the cane. The verb “levare” is linked to the term “levata”.
Bronzin o Bronzino
Il “Bronzin” o “Bronzino” (detto, in passato, “malmoro”), è una lastra liscia, oggi generalmente di metallo. Un tempo esso era realizzato in marmo oppure (come si può facilmente intuire dal nome) in bronzo. Su tale lastra viene fatto rotolare il vetro attaccato alla canna da soffio: il passaggio sul “bronzin” può servire, ad esempio, per raccogliere i materiali della “non fusione”, come ad esempio polveri, schegge o cannette di vetro colorate che non vengono fusi (ma solamente riscaldati) e che formeranno la decorazione superficiale dell’oggetto finito.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, pp. 66/67. Foto: Malandra G., I vetrai di Altare, Savona 1983, p. 188
The “Bronzin” or “Bronzino” (called, in the past, “malmoro”) is a smooth plate, today generally made of metal. Once it was made of marble or bronze. Glass attached to the blowpipe is rolled on the “bronzino”: the passage on this instrument can be useful, for example, to collect the “non-fusion” materials, such as powders, splinters or colored glass rods that are not melted but only heated, and which will form the surface decoration of the finished object.
Pontello
Viene comunemente definita “pontello” un’asta piena in ferro che può raggiungere una lunghezza di 1.60 m circa. Sul pontello viene trasferito, dalla canna da soffio, l’oggetto vitreo già modellato ma ancora plastico, per sottoporlo a varie operazioni di rifinitura come la realizzazione del collo o l’applicazione di manici o anse o del piede, ecc… . A Murano, il pontello viene chiamato anche “ferro” o “canna piena”.
Riferimenti: Newmann H., Dizionario del vetro, Milano 1993, p. 312. Foto: Elena Rosso e Jean Marie Bertaina ad Altare (Glassfest 2018)
A full iron rod that can reach a length of approximately 1.60 m is commonly known as “pontello”. The glass object already modeled but still plastic is transferred to the “pontello” from the blow pipe, for various finishing operations (such as the creation of the neck or the application of handles or foot), etc… . In Murano, the “pontello” is also called “iron” or “solid cane”.
Le nozze di Cana
Giusto de’ Menabuoi, “Le nozze di Cana”, Battistero di Padova. Sulla tavola, alcuni esempi di bicchieri in vetro.
Fonte e immagine: De Vecchi P., Cerchiari E., Arte nel Tempo – Il Medioevo , Milano 2010, p. 641
On the table, some examples of glasses.
L'evangelista
L’evangelista Marco – 1285 – miniatura – Ms. Burney 20 f. 90v – Londra, British Museum
In questa immagine è presente una brocca, colma per metà, ubicata in basso a destra.
Fonte e immagine: De Vecchi P., Cerchiari E., Arte nel Tempo – Il Medioevo , Milano 2010, p. 567)
In this image there is a glass object: it is a jug, half full, located at the bottom right.
Le nozze di Cana
Giusto de’ Menabuoi, “Le nozze di Cana”, Battistero di Padova. Sulla tavola, alcuni esempi di bicchieri in vetro.
Fonte e immagine: De Vecchi P., Cerchiari E., Arte nel Tempo – Il Medioevo , Milano 2010, p. 641
On the table, some examples of glasses.
L'evangelista
L’evangelista Marco – 1285 – miniatura – Ms. Burney 20 f. 90v – Londra, British Museum
In questa immagine è presente una brocca, colma per metà, ubicata in basso a destra.
Fonte e immagine: De Vecchi P., Cerchiari E., Arte nel Tempo – Il Medioevo , Milano 2010, p. 567)
In this image there is a glass object: it is a jug, half full, located at the bottom right.